Né à Rome
Vit et travaille à Rome.
Expose dans de nombreux lieux institutionnels et privés.
Les participations
Les informations
Après des études à l’Istituto di Stato per la cinematografia e televisione Roberto Rossellini et au Centro Sperimentale di Cinematografia de Rome, Alessandro Valeri s’est installé au Pastificio Cerere berceau de la Nuova Scuola Romana.
Ses recherches l’ont conduit naturellement à faire dialoguer matériaux et techniques diverses – installation, photographie, dessin, écriture, video, publicité, peinture, sculpture – ave une attention critique à la réalité oscillant en permanence entre enquête et interrogation.
Le travail de Valeri, né d’une volonté de participation et partage à la fois créatif et social, vise à la transformation de la conscience individuelle et collective. Ainsi, il a souvent exprimé son inspiration artistique dans le contexte de la communication publicitaire et sociale en signant des campagnes pour des marques nationales et internationales et a par ailleurs gagné divers prix importants dans ce domaine.
“AN IRON RING”, MAXXI Museum Rome (2020);
“le charme discret du temps”, with Salvador Dalì, ARTCO Gallery Parma (2020);
“SEZIONE AUREA“, SU Gallery Roma (2020);
“apparato inconcreto” MACRO ASILO, Roma (2019),
“Art in Progress” ARTCO Gallery, Parma (2019);
“Next Stop”, Video Città, Roma (2018);
“Una sola possibilità”, MACRO Museum, Rome (2017);
“L’instabilità degli oggetti”, Bologna Artefiera (2017);
“Lasciami entrare”, MACRO Museum, Rome, (2016);
“SEPPHORIS”, 56th Biennale di Venezia (2015);
“Stai con me”, Medio Area Gallery (2014;
“Panorama”, PAN Museum, Naples (2013);
“Circo”, Il Ponte Contemporanea Gallery, Rome (2013);
“Elettroshot, Cartiere Binda Milano”, curated by Achille Bonito Oliva (2012/11);
“Da un’intuizione teorica”, curated by Achille Bonito Oliva, Palazzo Reale, Milano (2011/12);
“Progetto Oreste Cinema”, 48th Biennale di Venezia (1999);
“Campagna d’Italia”, Palazzo delle Esposizioni, Rome, curated by Achille Bonito Oliva (1995).
Cosa stanno facendo gli artisti adesso. L’artista italiano Alessandro Valeri a Roma
22.04.2020
Nella situazione attuale, chiaramente la nostra priorità è prenderci cura delle nostre famiglie, dei nostri amici e concittadini. Nonostante questo, mentre la vita pubblica è paralizzata e musei, gallerie e istituzioni culturali sono chiusi, in molti di noi non sono scomparsi né il desiderio di lavorare né la scintilla creativa. Anzi, piuttosto sta accadendo l’opposto: questo momento si sta rivelando favorevole alla riflessione e alla generazione di nuove idee per il futuro.
Per quanto reclusi in casa e isolati, noi tutti – artisti, creativi e Arterritory.com – continuiamo a lavorare, pensare e provare emozioni. Come gesto di solidarietà “remota” e ispirazione reciproca, abbiamo lanciato il progetto Cosa stanno facendo gli artisti adesso, con lo scopo di mostrare e affermare che né la vita né l’energia creativa si sono fermate durante la crisi. Abbiamo invitato artisti da tutto il mondo a mandarci un video o una foto-storia che illustri cosa stanno facendo, cosa stanno pensando e cosa stanno provando in questo momento di crisi e auto-isolamento. Tutte le storie saranno pubblicate su Arterritory.com e sui nostri profili Instagram e Facebook. Noi di Arterritory.com siamo convinti che la creatività e le emozioni positive fanno bene al nostro sistema immunitario e possono aiutarci ad attraversare meglio questo periodo difficile.
- Stai lavorando a qualche progetto in questo momento nel tuo studio? In tal caso, potresti descriverli brevemente?
Sto lavorando a diversi progetti, ma il tema che mi sta più a cuore in questo momento è quello dell’etica e della responsabilità nella nostra società “immateriale”. Pier Paolo Pasolini, in un articolo del 1973, diceva che la “rivoluzione del sistema dell’informazione”, basato sull’avvento della televisione, avrebbe “distrutto qualsiasi autenticità e concretezza”. Ci sono circostanze che non sembrano sufficientemente drammatiche finché, alla fine, non oltrepassano lo schermo e diventano fisiche. L’immateriale, il virtuale, è la più grande realtà del nostro tempo, non si ferma mai, e nessun’etica è possibile in questo linguaggio.
La comunicazione immateriale dei social network e l’industria dell’immateriale sono la stessa cosa e quando la comunicazione è il business più grande, o uno dei più grandi, del mercato, si perde completamente la possibilità dell’etica. In che modo è possibile parlare di etica nel mondo, considerando l’atteggiamento prevalente delle persone rispetto al denaro? In assenza di contatto fisico, nessuna reale difesa è possibile. Certo, il gioco è cambiato dal 1973, grazie alla rete, abbiamo la possibilità di un flusso a due vie, non dobbiamo più subire il vecchio device a una via, la TV, senza possibilità di rispondere. Il mezzo, lo schermo, è diventato interattivo.
Già prima del COVID19 stavo lavorando a questi concetti. Nella mia mostra “an iron ring” (gennaio 2020 museo MAXXI di Roma) ho esposto per la prima volta, insieme ad altri lavori, l’installazione “curiosa cabinet”, composta da sette wunderkammern, 7 sculture archeologiche auto-attivanti, contenenti tutte un’immagine/icona realizzata con lo smartphone, pubblicata precedentemente su Instagram, stampata su vetro zaffiro, lo stesso degli smartphone. Adesso sto completando un lavoro, iniziato pochi giorni prima della pandemia, curato da Annalisa Ferraro e commissionato dalla Uncommon Factory, per il quale mi è stata chiesta la “curiosa cabinet”. La mostra sarà ospitata dal museo civico di Rieti. Sto finalizzando il videoart (Monologo) della performance del 25 gennaio 2020 avvenuta all’inaugurazione della mia mostra con Salvator Dalì a Parma nella Art&Co Gallery, a breve sarà disponibile in rete su IG e Youtube. Sto anche lavorando ai miei paesaggi onirici: dipingo a bitume su miei precedenti scatti fotografici stampati su carta da affissione pubblicitaria stradale e applicata su tela. E in questi giorni sto parlando con le mie gallerie, in Italia e all’estero, di un nuovo progetto per una mostra virtuale sul Rinascimento Italiano del XVI secolo e il “rinascimento” del 2020.
- Qual è la tua ricetta per sopravvivere in un momento di quasi solo cattive notizie?
Continuare a vivere in un quotidiano interiore dove il mondo fuori lo si deve ricostruire ogni giorno, dentro di noi, nell’attesa della rinascita.
- Che cosa possiamo fare tutti (ognuno di noi, personalmente) per rendere il mondo un posto migliore quando questo disastro volge al termine? È chiaro che il mondo non sarà più lo stesso, ma allo stesso tempo … c’è una sorta di magia in ogni nuovo inizio.
Ognuno di noi potrà rendere migliore il mondo partendo dai piccoli gesti quotidiani.
Non dovremo avere paura ma lavorare al nuovo rinascimento, a una nuova possibilità. Come dici tu, la magia di un nuovo inizio. Se un’opera meravigliosa come Guernica ha potuto trasformare l’atrocità del male nazista in una rappresentazione di tale incredibile bellezza, usando il linguaggio formale dell’arte, attraverso l’arte abbiamo la possibilità e la responsabilità di fare esattamente questo: impugnare un pennello e raccontare perfino l’assurdo.
- Il mondo dell’arte e il settore culturale sono tra i più colpiti. Qual è la lezione principale che il mondo dell’arte dovrebbe imparare da tutto ciò? Come immagini la scena artistica post-apocalittica?
Sicuramente, dopo che questa immensa ombra nera del contagio se ne sarà andata, il mondo sarà diverso, voglio credere che sarà migliore: molti daranno più importanza ai gesti di tutti i giorni. Non tutti, ma molti ne usciranno essere umani migliori di prima, e il lavoro di noi artisti sarà ancora più apprezzato. ll mondo dell’arte, il settore culturale, noi artisti, abbiamo il ruolo più importante, quello di rendere la possibilità attraverso un’emozione. Il nostro lavoro ha la più grande responsabilità nella cultura umana da sempre, rappresentare quello che accade realmente attraverso un linguaggio fatto di infiniti linguaggi, dove le regole sono date al contrario. Immagino, e spero, che ci sarà più spontaneità. Fortunatamente, come ho detto prima, oggi la comunicazione è a doppio flusso e sta a noi usarla come uno spazio per l’arte. Per questo ringrazio Arterritory per fare quello che fa.
***
La retorica del senso civile
fa gola come il
miele.
Riferirsi a un’etica estetica è
la migliore demagogia e
solo questo mi basta per
sentirmi sicuro di
quello che
non voglio
fare.
Il potere mi piace
tanto quanto
aborro la violenza
e la cosa più bella è
non esercitarlo
il potere.
Rivoluzione
è l’unico senso del nostro universo
e so di aver detto la cosa più ovvia.
Però, quello che si è dimenticato è
che solo dal suo nucleo può esplodere un pianeta
morire una cellula.
L’arte ha il più grande potere perché raffigura se stessa, tutto.
È mia ferma intenzione usare il mezzo che utilizzo per un’operazione di rivoluzione,
non nuova, né violenta
ma un dolce accompagnare.
Si può usare qualunque mezzo per realizzare un
cambiamento sociale
necessario,
ed è quello che voglio fare in
questa mia unica
breve
occasione.
Possediamo tutti il
potere di cambiare le cose,
con i propri strumenti,
basta non coprirsi
con
la
paura.
(Testo di Alessandro Valeri per la mostra Sepphoris,
evento collaterale della 56. Biennale di Venezia, 2015)